Queste sono le testimonianze di tre ragazze che hanno partecipato al pellegrinaggio a Lourdes del 2019 come volontarie assieme alla nostra Unitalsi sottosezione di Treviso.
Sono partita per la prima volta per Lourdes a 19 anni, per niente convinta di dove stessi andando: era l’estate della quinta superiore e io volevo stare a casa con i miei amici. Ormai i miei genitori mi avevano iscritto, e non potevo più tirarmi indietro. Ad oggi dico: per fortuna mi hanno iscritto! Infatti appena ho mosso i primi passi dentro il treno, ho capito di trovarmi nel posto giusto: sono stati giorni che mi hanno ricaricato il cuore di Gioia, quella vera. Gli incontri con le persone, la Grotta, il servizio mi hanno fatto ritrovare una me, che si era un po’ nascosta. Le emozioni erano talmente tante, che trovavo nelle lacrime (di gioia) l’unico modo per esprimerle. È vero, sono giorni stancanti, in cui ci si mette a completo servizio dell’altro, ma si viene ripagati con sorrisi, abbracci, sguardi, ringraziamenti che valgono più di qualsiasi altra cosa. Nessuno si salva da solo, e per me Lourdes è stato l’inizio di un nuovo cammino in cui sentirmi me stessa: l’inizio di un cammino di salvezza.
Alice, 22 anni
Sono salita sul treno non sapendo bene cosa mi stesse aspettando, di certo non immaginavo un’esperienza del genere. Tutto quello che mi era stato detto dai ragazzi che avevano già vissuto questa esperienza era vero , ma ha avuto un sapore diverso e unico viverlo in prima persona!
I giorni prima della partenza mi continuavano a risuonare interrogativi comuni a cui non sapevo dare ancora una risposta: “ma se non sono in grado di aiutare le persone in difficoltà e a far compagnia agli anziani?” “E se dobbiamo pregare e basta?”. Posso assicurarvi che quando vi troverete di fronte a queste situazioni, vi comporterete in maniere del tutto naturale, e in fin dei conti a volte un sorriso riempie di più di mille parole.
Da quando sono salita su quel treno, mi sono sentita un’altra persona, era come se, man mano che si saliva, si veniva illuminati dalla luce della Madonna (che ci ha accompagnati sin dall’inizio); ho conosciuto un sacco di persone, e con molte di queste mi sono tenuta in contatto e siamo rimaste amiche, ho vissuto momenti indimenticabili che non si possono descrivere a parole.
Aiutare gli altri gratifica, prendersi del tempo per pregare, ma non pregare come siamo abituati a fare a casa, dicendo una preghiera e basta, ma prendersi del tempo, davanti alla grotta, per pensare, ringraziare, o semplicemente fare due parole con la Madonna, ti riempie di gioia; durante questi giorni ho visto “solo” tanti SORRISI, COMMOZIONI, MOMENTI DI GIOIA, AMORE, FELICITÀ, GRATITUDINE, l’emozione è stata così forte che l’anno dopo ci sono tornata, e salirei sul treno subito in questo momento. E tu cosa aspetti a vivere tutto questo sulla tua pelle?
Serena, 18 anni
Perché vai a Lourdes?! Questa è la classica domanda che fanno tutti e che tutti vedono Lourdes come un posto dove troverai la vocazione. Io non la vedo così, anzi io sono dell’idea che se non la provi non saprai mai cosa ci sarà, io vado a Lourdes perché mi sento a Casa. È un’ emozione unica, mi si riempie il cuore vedendo tutti quei sorrisi nonostante la loro difficoltà, mi fa capire quanto importante è la vita e quanto difficile è andare in carrozzina. In quel luogo non c’è differenza siamo tutti uguali non c’è distinzione tra persone ammalate o normali. Nessuno è perfetto ed escluso, tutti fanno tutto. Ci vado anche perché è un continuo ridere e il divertimento è assicurato. Le Sorelle e i Barellieri sono persone uniche che aiutano anche se sono impegnati, sono sempre lì che sostengono tutti e sono super gentili e disponibili. Ci si sente amati per quello che si è. Per questo vado a Lourdes.
Chiara 21 anni