Queste sono le testimonianze di due giovani ragazzi che hanno vissuto l’epserienza di volontari durante il pellegrinaggio a Lourdes del 2019 con la nostra Unitalsi sottosezione di Treviso.
La mia esperienza a Lourdes con l’UNITALSI… Non ci sono parole per descriverla al 100%, bisogna viverla. Sono stati periodi di totale dedizione e dono ad altre persone e di profonda condivisione il tutto immerso nel bellissimo clima di famiglia che si crea. Si potrebbe pensare che in un pellegrinaggio con persone anziane, malate e disabili si respirino tristezza e dolore, invece si respira gioia, quella gioia così semplice e sincera che non si può nascondere.
Sono tornata a casa con il cuore traboccante di gioia e ho potuto toccare con mano la felicità di donarsi agli altri. Da questi pellegrinaggi ho ricevuto tanto e mi hanno anche aiutata a capire meglio cosa volevo fare nella mia vita e per chi ero.
L.B. 20 anni
Ho deciso di andare a Lourdes con l’Unitalsi, più che altro, per fare nel bene o nel male una nuova esperienza. Avendo già fatto esperienze come campiscuola e grest non mi preoccupavo più di tanto e dicevo: “sarà un’esperienza come altre”, ma si è rivelata una cosa nuova e diversa da qualsiasi altra. A noi giovani di San Andrea era stato proposto dalle persone che ci erano state gli anni scorsi e, per l’occasione, avevano fatto una riunione nella quale altri giovani di Castelfranco avevano portato la loro testimonianza.
All’inizio mi sentivo quasi obbligato ad andarci, perché tutti me la consigliavano ma la vedevo come non adatta a me e al mio carattere. Poi però una decina di giovani decisero di andare e mi sono fatto forza e ho deciso di andare anch’io. Nella vita di tutti i giorni sono poco abituato ad avere a che fare con persone disabili o che non sono autosufficienti e non ero sicuro, arrivato in stazione e durante il viaggio, di poter essere in grado di occuparmi di loro ma la lunghezza del viaggio mi ha dato modo di pensare e di confrontarmi con questa realtà.
Arrivati a Lourdes sono rimasto abbagliato dal posto e colpito dal clima che si percepisce ed ho provato ad immaginare il motivo che spinge queste persone a ritornare a Lourdes: una qualsiasi persona vede e ha contatti con persone di tutto il mondo ma non li sente come estranei ma come se li conoscesse già e sente qualcosa in comune con loro. Io non avevo mai provato una sensazione così e penso che sia questo a rendere speciale Lourdes: non tanto il posto e il luogo, ma ciò che si prova trovandosi lì. E questo mi ha portato tanta gioia che mi ha messo un sorriso sul volto e nel cuore da non poterne più fare a meno. E ispirato da questo sono riuscito ad affrontare anche le difficoltà che prima vedevo come muri insormontabili e che ora vedo come semplici. Sono ritornato da Lourdes non cambiato nello spirito ma con una ricerca interiore che prima non avevo.
È vero quando dicono che si va a Lourdes per cercare delle risposte e invece si torna con nuove domande. Ora a tutti quelli che mi chiederanno se voglio ritornare a Lourdes io risponderò con sicurezza sì perché non ho mai provato un’esperienza così e non voglio che l’unica volta che la provo, voglio che diventi per me la quotidianità ma deve fare un’altra po’ di strada.
M. B.